Il mio pensiero


   Al giorno d’oggi, nonostante la efficacia e la validità pedagogica di svariati metodi didattici, esistono purtroppo insegnanti che riducono drasticamente lo studio della musica ad una mera, inutile e meccanica lettura/riproduzione delle note della partitura. Specialmente a giovani ed inesperti studenti, spesso desiderosi di apprendere (Approccio che io normalmente definisco Mechanical Performance Practice). Approcci del tutto inconsapevoli ed avulsi da ogni contesto culturale, artistico e storico, causati primariamente da una mancanza di conoscenza della natura del suono e dei principi che lo regolano, da una mancanza di conoscenza della logica che governa le strutture musicali e che permette loro di correlarsi, nonché da una palese mancanza di reale competenza e professionalità. Date queste premesse, nella mia attività di insegnante, esecutore e studioso, mi sono spesso (pre)occupato di approfondire alcuni aspetti mancanti e spesso trascurati anche dalla didattica tradizionale, quali:

- Musica intesa come il prodotto della interazione tra mente umana, cuore e gesto fisico, ovvero il coinvolgimento simultaneo del processo creativo/cognitivo, lato affettivo e movimento corporeo. Tre aspetti essenziali coordinati da ciò che io definisco pensare-in-musica;

- l’esecuzione musicale intesa come naturale conseguenza del pensare-in-musica che prende forma attraverso il gesto, che dà vita e trasmette il mondo affettivo della composizione musicale e che si concretizza, prende forma, e vive “nel” ed “attraverso” il suono;

 - la rivalutazione e lo studio dell’improvvisazione, del contrappunto e della composizione come parte integrante della lezione di strumento, insieme allo studio del repertorio;

 - lo studio della tecnica mai dissociata dal significato musicale, da sviluppare attraverso la consapevolezza delle proprie abilità psicomotorie;

- lo studio della musica basato sulla comprensione delle strutture musicali e della loro interazione.

 Il tutto tenendo conto del rispetto dell'idea musicale del compositore, della imprescindibile conoscenza del periodo storico e contesto sociale della composizione in esame, e della corretta prassi esecutiva su strumenti antichi e moderni. Come una sorta di naturale conseguenza, questi anni di studio, osservazione e di pratica mi hanno portato all’applicazione del metodo socratico – o Maieutico - all’apprendimento della musica (discusso nei miei articoli), che tra i vari vantaggi, ha come principale obiettivo un apprendimento musicale consapevole da parte dello studente. Attraverso l’applicazione di questo metodo lo studente acquisisce consapevolezza delle sue potenzialità ed indipendenza, e viene stimolato nelle sue capacità creative senza che la sua unicità e sensibilità vengano minimamente intaccate.


Infine, ma non meno importante, desidero ringraziare la mia Maestra Christa Butzberger per tutto quello che mi ha insegnato. 

About me

   

   Today, regardless the multitude of effective and valuable pedagogic teaching methods, many teachers still propose a mere, useless and mechanic reading-of-the-notes approach as the sole target of the music class. Especially to young, unexperienced and often willing to learn students (Approach that I usually define as Mechanical Performance Practice). These methodologies are disconnected from any artistical, cultural and historical context, and even worse, are totally unaware of the intrinsic meaning of the music. Sadly, they are primarily based on a lack of knowledge of the nature of the sound and its principles, and of the logic that rules musical structures and allows them to interact, as well as to obvious lack of professionality and expertise. Given these premises, in my activities as teacher, performer and scholar I became anxious to explore more deeply some aspects often neglected by traditional pedagogy, such as:

- Music as a product of interaction among human mind, heart and physical gesture, which means the simultaneous involvement of cognitive/creative process, emotional side and body movement. Three essential aspects coordinated by what I call the ability to think-in-music;

- the musical performance intended as a natural consequence of the ability to think-in-music through the physical gesture that sets up and conveys the affective world of the musical composition, shapes itself and lives “in” and “through” the sound;

 - the appreciation and the study of improvisation, counterpoint and composition as essential parts of the music class, alongside the study of the repertoire;

 - practice of technique never dissociated from music, to be developed through awareness of the performer’s own psychomotor skills;

-   the study of music based on understanding of musical structures and their interaction.

 All these aspects should be clearly flanked by the respect and understanding of the musical idea of the composer, the knowledge of historical period and social context where composition was born and of the proper performance practice on both period and modern instruments. As a sort of natural consequence, these years of study, observation and practice brought me to the application of the Socratic method – or Maieutics – to the learning of the music (discussed in my articles). It has, among other advantages, the goal of fostering awareness in the musical learning of the student. Through this method, the student acquires awareness of his own potential, his independence is encouraged, and his creative skills are stimulated whilst leaving untouched his uniqueness and sensitivity.


Last but not least, a heartfelt thanks to my Teacher Christa Butzberger for everything she has taught me.